LA TENUTA

ColleMassari è un progetto agricolo totale. Qui si sperimenta un nuovo equilibrio tra natura e agricoltura, tra l’impronta genetica di un territorio e la capacità dell’uomo di custodirla e rinnovarla.  L’azienda è un laboratorio a cielo aperto, dove la ricerca guida ogni scelta; si lavora sulla biodiversità, sulle varietà storiche, sulla resilienza della vite – su una sostenibilità che è condizione necessaria per l’esistenza del paesaggio.

“Il risultato più elevato e più importante dello studio della natura è la conoscenza del legame che unisce tutte le forze naturali, rendendole interdipendenti tra loro.”
– Alexander Von Humboldt  

IL PAESAGGIO

La Maremma è una delle ultime terre selvagge della Toscana. Dalle coste del Tirreno fino al profilo del Monte Amiata, si estende un paesaggio autentico e complesso, dove la natura domina con boschi, colline e macchia mediterranea.

Terra di confine e di civiltà antiche, qui l’agricoltura è nata in simbiosi con l’ambiente, seguendo ritmi lenti e rispettosi.

A pochi chilometri da Cinigiano, nel cuore del Montecucco, ColleMassari sorge su un altopiano naturale circondato da 650 ettari di boschi e uliveti, che proteggono i 115 ettari di vigneti. L’azienda si estende su 1.230 ettari gestiti secondo un modello agricolo integrato, sostenibile e autosufficiente.

I boschi regolano il clima, proteggono i suoli e ospitano biodiversità. Gli oliveti contano oltre 16.000 piante, tra cui varietà autoctone e olivastri millenari. I seminativi – circa 400 ettari – sono dedicati a rotazioni con cereali antichi e leguminose, per arricchire il suolo e garantire autonomia alimentare.

la matrice dei suoli

A ColleMassari, il suolo è la voce più profonda del vino.
La tenuta poggia su una geologia millenaria: antichi fondali marini, spinte tettoniche, trasformazioni vulcaniche modellate dal Monte Amiata. Un mosaico di terroir che dona personalità e complessità a ogni vite e dove ogni singola parcella è studiata e curata con precisione, grazie a una mappatura pedologica continua.

Due terzi dei vigneti crescono su macigno di arenaria: suolo magro, drenante, che limita la vigoria e regala finezza aromatica. Le marne calcaree donano verticalità e tannini eleganti; le argille sabbiose trattengono l’umidità e danno struttura. Le rocce sedimentarie, infine, arricchiscono di sapidità e profondità.

Autosufficienza
e sostenibilità

Dal 2003, l’azienda lavora in regime biologico certificato, adottando pratiche che rafforzano la fertilità del suolo, la biodiversità e l’autonomia produttiva.Il sistema agricolo si fonda su energie rinnovabili, gestione idrica autonoma e architettura funzionale e biomimetica, con una cantina progettata per sfruttare la gravità e ridurre il consumo energetico.
La presenza di 650 ettari di boschi e macchia mediterranea protegge il microclima, la biodiversità e stimola la rigenerazione del suolo, mentre un sistema integrato di laghi collinari, pozzi artesiani e fitodepurazione assicura l’equilibrio idrico anche nei periodi più siccitosi. L’80% del fabbisogno energetico della cantina è coperto da pannelli fotovoltaici, rendendo il ciclo produttivo sempre più efficiente e autosufficiente.

Un equilibrio corale

ColleMassari è un ecosistema fatto di natura, persone e saperi che dialogano ogni giorno. Qui l’agricoltura è un atto culturale: rigenerativa, consapevole, comunitaria. Ogni elemento – umano o naturale – partecipa a un progetto condiviso, dove coltivare significa prendersi cura.

Al centro di questo equilibrio ci sono le persone.Giuliano Guerrini, agronomo storico e memoria vivente della viticoltura amiatina, è presente fin dagli inizi: il suo sguardo unisce competenza, ascolto e profonda conoscenza del paesaggio. Giovanni Puccioni, enologo dal 2008, interpreta ogni annata con coerenza e sensibilità, valorizzando le differenze di suolo, esposizione e microclima.Intorno a loro si muove una squadra solida, radicata, portatrice di un sapere quotidiano e silenzioso, che nasce dalla relazione continua con la terra. È anche grazie a questo capitale umano che ColleMassari ha costruito un modello agricolo coerente, durevole e replicabile.

Nel 2024, questo approccio si è esteso al territorio con la nascita del Distretto Biologico del Montecucco, di cui ColleMassari è tra i fondatori. Riconosciuto dalla Regione Toscana, il distretto coinvolge quasi 9.000 ettari tra le province di Grosseto e Siena e ha nel Comune di Cinigiano il suo cuore pulsante. È una delle prime esperienze italiane di agroecologia integrata, dove agricoltori, enti pubblici, associazioni e comunità locali lavorano insieme per un paesaggio agricolo più sano, condiviso e consapevole. Qui, la certificazione biologica non è un traguardo, ma il punto di partenza per ripensare il futuro della terra.

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